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Cambiamenti clima? Alte temperature non negative per vini eroici

AttualitàCambiamenti clima? Alte temperature non negative per vini eroici

In corso in Valle d’Aosta il Mondial des Vins Extremes

Roma, 29 set. (askanews) – I cambiamenti climatici, che tanti danni stanno arrecando all’agricoltura, compresa la viticoltura, influiscono però positivamente sulla viticoltura eroica, almeno quella di alta quota. È quanto emerso nel corso del Mondial des Vins Extrêmes, il concorso internazionale dedicato alla viticoltura eroica, le cui selezioni sono in corso in Valle d’Aosta: 863 i vini partecipanti, provenienti da 26 paesi di tutto il mondo.

“Cambiamenti climatici non negativi per i vini estremi? – ha detto il presidente del Cervim, Stefano Celi – Certo, rispetto alla viticoltura di pianura e di collina possiamo ritenerci fortunati: con qualche in grado di temperatura in più le nostre uve ne beneficiano, abbiamo una migliore maturazione e un prodotto finale di maggiore qualità”.

Inoltre, nel caso in cui le temperature medie dovessero aumentare “abbiamo sempre la possibilità di salire di quota – aggiunge Celi – Certo, se invece parliamo di siccità, il problema riguarda anche la viticoltura di montagna, come nel caso dello scorso anno. La viticoltura eroica deve fare i conti con costi di manodopera maggiori, basti pensare che per lavorare 1 ettaro di vigneto in pianura servono 100 ore lavoro all’anno, e per lo stesso ettaro in montagna si va da un minimo di 600 a 1200 ore annue di manodopera”.

I cosiddetti vini eroici sono prodotti da uve di vigneti che presentano almeno una di queste difficoltà strutturali permanenti: altitudine superiore ai 500 metri sul livello del mare, ad esclusione dei sistemi viticoli in altopiano; pendenze del terreno superiori al 30%; sistemi viticoli su terrazze o gradoni; viticolture delle piccole isole.

I vini eroici a livello mondiale valgono appena il 5% della viticoltura, ma sono prodotti al 93% da vitigni autoctoni, il cui valore “non è calcolabile se parliamo di biodiversità e di vini che caratterizzano quel singolo territorio di produzione”, ha concluso Celi.

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