Il gruppo ecologista
Milano, 7 ago. (askanews) – Domani, 8 agosto, alle 15 una delegazione composta da cinque militanti di Ultima Generazione incontrerà il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Lo ha annunciato il gruppo ecologista, spiegando che “questo primo incontro per aprire un dialogo con le forze di Governo” si terrà “a porte chiuse al Mase”.
In una nota, Ultima Generazione spiega che quella di domani è “una semplice data che però si porta dietro una montagna di preoccupazione, frustrazione, denunce, rabbia ma anche amore e cura: più di 30 anni di superficialità e incompetenza ci costringono oggi a una situazione di emergenza che, anni fa, si sarebbe potuta evitare con una transizione energetica graduale. Ora abbiamo l’ultima occasione per fare qualcosa di coerente con quella che dovrebbe essere la priorità nelle agende politiche mondiali”.
La delegazione porterà all’attenzione del ministro alcune questioni impellenti e gli rivolgeranno domande su importanti impegni internazionali assunti dall’Italia. In particolare, chiederanno – spiega la nota – come intende rispettare gli impegni di abbandono dei sad (sussidi ambientalmente dannosi) entro il 2025, un impegno ribadito anche nell’introduzione dell’ultima edizione del Catalogo dei Sussidi Favorevoli e Dannosi; come intende raggiungere gli impegni dell’agenda “Fit for 55″, su cui siamo drammaticamente in ritardo; come risponde alla totale bocciatura da parte di Eccoclimate del Pniec (Piano nazionale integrato energia e clima), presentato lo scorso 19 luglio. cosa risponde all’appello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che, parlando di crisi climatica, ha dichiarato: ‘Occorre avere la consapevolezza che siamo in ritardo nelle azioni necessarie per invertire il trend’; cosa intende fare delle lacrime versate al Giffoni Festival”.
I cinque attivisti porteranno inoltre a Pichetto Fratin “una proposta concreta, su cui Ultima Generazione vorrebbe che si attivassero tutte le forze politiche e i parlamentari consapevoli dell’urgenza di un intervento per fermare il genocidio di massa verso il quale ci stiamo avviando, che è l’unico motivo che spinge le persone ad aderire alle azioni di resistenza civile nonviolenta. Non una libera scelta, ma una reazione a una situazione di non ritorno alla quale le lobby dei combustibili fossili e l’incuria dei governi precedenti hanno condannato l’umanità”.