22.3 C
Napoli
martedì, Aprile 22, 2025

Ucraina, mercoledì a Londra secondo round colloqui su tregua

(Adnkronos) - Il secondo round di colloqui tra...

Atp Madrid, la guida: dal calendario degli italiani al montepremi

(Adnkronos) - Oggi, martedì 22 aprile, comincia il...

Papa Francesco, da Trump a Zelensky: chi parteciperà ai funerali

(Adnkronos) - Il mondo piange Francesco, morto ieri...

“È la fine”, una generazione che insegue la libertà

Autoprodotti“È la fine”, una generazione che insegue la libertà

Premiato al Fringe di Catania, il testo di Emanuele Iovino racconta con ironia le difficoltà del contemporaneo

Dopo essere entrato nelle selezioni ufficiali del Milano Off Fringe Festival e del Catania Off Fringe Festival, dove si è aggiudicato il premio “Il mondo che si muove 2024”, arriva a Pomigliano d’Arco “È la fine”, monologo scritto e interpretato da Emanuele Iovino. Lo spettacolo, diretto da Giuliana Pisano, sarà in scena venerdì 22 (ore 20:30) e domenica 23 marzo (ore 18:30) nella sala teatrale di ITACA – Colonia Creativa.

Il testo umoristico, muovendosi a cavallo tra toni lirici e spunti comici grotteschi, porta in scena una riflessione esistenziale sulle scelte che ogni persona si trova a compiere nei momenti di crisi della propria vita.

Tra momenti di introspezione e slanci dal tono fantastico, È la fine conduce il pubblico nella vita di Gigi (Emanuele Iovino), un ragazzo di 33 anni che ha appena firmato un contratto a tempo indeterminato e si ritrova a fare i conti con le amarezze della vita.

L’impiego finalmente raggiunto, infatti, nasconde un subdolo sfruttamento e Gigi si scopre ingabbiato tra aspirazioni disattese, frustrazioni e lutti inaspettati. A guidarlo, nel suo momento di crisi, ci saranno i ricordi delle persone amate e un pesce parlante.

Tra parentesi malinconiche e guizzi di brillante comicità, lo spettacolo diventa la fotografia di una contemporaneità ripiegata sull’apparire, in cui ogni persona si trova almeno una volta a fronteggiare la difficoltà di scegliere ciò che si desidera.

«È la fine – racconta la regista Giuliana Pisano – narra un momento di svolta che ogni individuo affronta nel corso della propria vita. La crisi di un trentenne, lontana dall’essere un fatto negativo, è presentata come una parte fondamentale dall’esperienza umana, necessaria per la crescita e lo sviluppo personale. Attraverso la lotta per superare i propri limiti, il protagonista si impegna in una vera e propria azione teatrale».

E aggiunge: «Gigi si muove come un palloncino che vola nello spazio, ma che è ben legato alla terra. Ogni scena spinge il protagonista verso la sua implacabile trasformazione».

Emanuele Iovino, classe 1988, drammaturgo, formatore e attore, ha ricevuto nel 2024 una doppia menzione speciale al Premio Serra come Miglior Attore e Miglior Testo per “Storia ‘e nu sciummo ca vuleva turnà a nascere”. È la fine nasce da appunti raccolti in anni incerti, vissuti attraversando precarietà ed esperienze lavorative in giro per l’Italia.

«Era da molto tempo – racconta nelle note dello spettacolo – che avevo in mente la storia di un giovane uomo in crisi che in qualche modo riusciva a superare tutto, e allo stesso tempo volevo parlare di me e della mia generazione».

E continua: «Avevo subito un duplice lutto: i miei nonni materni, due fari, due esempi di amore incondizionato e mi trovavo con un mucchio di cose scritte. L’idea è stata quella di raccontare come viviamo i legami con la nostra famiglia di origine, come viviamo l’amore e quanto è difficile emergere, essere se stessi e quanto tempo perdiamo, a volte, ad accogliere le aspettative di chi ci sta intorno».

Un viaggio intimo e personale, ma che allo stesso tempo si fa voce generazionale. «Questo testo – conclude Iovino – è dedicato a chi ricerca il senso della parola libertà, è dedicato a chi non c’è più ed è stato il primo esempio della parola amore».

Nella foto: Emanuele Iovino (Ph. Rosa Sanzone)

Articoli correlati

Check out other tags:

Articoli Popolari