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Granchio blu, quanto ci costa l’invasione: la mappa e i danni

Dall'Italia e dal MondoGranchio blu, quanto ci costa l’invasione: la mappa e i danni

(Adnkronos) –
Il granchio blu mette in crisi la pesca italiana, con danni già vicini ai 100 milioni di euro. Dove si trova? In quali acque è più diffuso? Quanto ‘costa’ la sua presenza nei nostri mari ai vari settori ittici? Il crostaceo, protagonista dell’estate 2023, rischia di lasciare segni pesantissimi. 

Le zone da bollino rosso per il granchio blu sono quelle nel Delta del Po zona d’eccellenza per la produzione di molluschi bivalvi. Ma è un po’ lungo tutte le coste italiane che si trovano sempre più spesso questi esemplari come nella laguna di Orbetello dove rendono la vita non facile alle spigole. Questa la road map tracciata dall’Adnkronos in base alle segnalazioni di Fedagripesca Confcooperative.  

Sul fronte Veneto del Delta del Po, tra la Sacca di Scardovari e la Laguna di Barbamarco, il granchio ha prodotto danni pesantissimi, difficili in questo momento da quantificare perché la situazione, come spiegano gli operatori, peggiora di giorno in giorno. Mancherà tutto il fatturato di novembre, dicembre e tutto il 2024. La stima per i mancati guadagni dei produttori è di 50-55 milioni di euro, solo per quanto riguarda le vongole a cui vanno aggiunte le perdite per le cozze, che vantano anche una dop con la cozza di Scardovari, per una produzione in media da 55mila quintali l’anno. Per i mitili, rischiano di andare in fumo nel prossimo anno oltre 5 milioni di euro.  

In Emilia-Romagna, l’epicentro dell’emergenza tra Goro e Comacchio nel ferrarese, fino al mese di luglio le perdite di vongole legate al granchio blu erano già del 30%. Un fenomeno che si registra già da inizio anno ma che è esploso dopo l’alluvione. Un duro colpo per una economia che prima dell’invasione del granchio blu in quell’area generava un business da 100 milioni di euro l’anno. Per evitare ulteriori danni non si sta seminando nuovo prodotto, un lavoro che sarebbe vanificato, infatti, con le razzie dei granchi negli impianti. 

Il danno economico attuale causato dal nuovo ospite sarebbe già attorno ai 100 milioni di euro e rischia di farsi pesantissimo nei prossimi anni se non si pone un freno all’emergenza: fino a un miliardo di euro in tre anni, secondo la stima di Fedagripesca-Confcooperative.  

“Nei mesi estivi, abbiamo già perso oltre il 50% della produzione di vongole e cozze. Ma il granchio blu non attacca solo il prodotto pronto per la commercializzazione ma mangia anche il novellame”, i pesci appena nati di acciughe e sardine, “mettendo a rischio le produzioni dei prossimi anni”.  

“Stiamo esaurendo, infatti, le scorte di vongole e cozze. Da novembre la produzione si fermerà, non c’è più seme per le produzioni dei prossimi tre anni. Un effetto domino che, senza inversione di tendenza, in un triennio potrebbe portare un buco nei conti della pesca vicino al miliardo di euro”, spiega Fedagripesca. Una stima che tiene conto non solo delle mancate vendite, ma anche dei danni agli impianti, dei costi sostenuti dagli operatori per lo smaltimento dei granchi pescati, senza contare l’indotto legato alla ristorazione.  

Con un raccolto di 50.000 tonnellate all’anno l’Italia è il primo produttore europeo e il secondo a livello mondiale di vongole veraci. Più altalenante la produzione di cozze, nell’ultimo decennio si va da 50 mila tonnellate a poco meno di 80 mila tonnellate, che si concentra per oltre il 90% in sei regioni. L’Emilia-Romagna, il Veneto e la Puglia producono la maggior parte dei volumi (72%) di cozze in Italia. 

 

Il granchio blu è di una “voracità impressionante, fa fuori le vongole, le cozze, ma anche gran parte dei pesci delle lagune come le acquadelle, i gamberetti, i cefali, il novellame…perché con quelle chele taglia le reti e le nasse”. A completare il quadro allarmante è Vadis Paesanti, produttore e vicepresidente di Fedagripesca Emilia Romagna, intervistato dall’Adnkronos. 

Una presenza così massiccia, dovuta alla grande proliferazione di questa specie aliena, giunta dall’Oceano Atlantico già da una decina di anni che oggi fa parlare di “invasione” in quanto “le femmine di granchio blu depongono dai 2 agli 8 milioni di uova, secondo le grandezze, all’anno con due schiuse”. 

Ed inoltre, il granchio blu ora si sta allargando sempre più fino al mare. “Siamo tornati in mare l’11 settembre dopo il fermo biologico dell’Alto Adriatico, – racconta Paesanti – e siamo strabiliati perché il granchio blu si pesca fino ad 8 miglia, non solo in laguna, in quanto sembra, da studi universitari recenti, che la femmina vada a deporre le uova sempre più lontano e si incammina negli estuari, nei delta e lagune fino al mare”.  

 

 

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