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Hamas: “Aperti ad accordo con Israele, ma Netanyahu rispetti quanto concordato”

AttualitàHamas: "Aperti ad accordo con Israele, ma Netanyahu rispetti quanto concordato"

(Adnkronos) –
Hamas è aperto a un accordo con Israele. Lo ha detto un alto funzionario del gruppo islamista, mentre a Doha riprendono i colloqui volti a porre fine alla guerra e a liberare gli ostaggi. Husam Badran, membro di spicco dell’ufficio politico di Hamas con sede in Qatar, afferma in una dichiarazione diffusa dall’agenzia di stampa pro-Hamas Shehab che un accordo è possibile.  

“Le nostre richieste sono chiare e note e si può raggiungere un accordo, a patto che Netanyahu resti fedele a quanto concordato”, afferma Badran. Non è chiaro se i commenti di Badran siano una risposta alla proposta egiziana di un cessate il fuoco di due giorni a Gaza per scambiare quattro ostaggi israeliani con alcuni prigionieri palestinesi, seguito da 10 giorni di colloqui, scrive il Times of Israel.  

Al Arabiya ha riferito in precedenza che Hamas sarebbe disponibile ad accettare la proposta egiziana a condizione che fosse incorporata nelle sue richieste del 2 luglio per un accordo sugli ostaggi. Il gruppo vorrebbe inoltre garanzie che Israele si impegni a far sì che la proposta egiziana faccia parte di un accordo completo. 

Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha proposto una tregua di due giorni a Gaza e uno scambio limitato di ostaggi, con l’obiettivo di garantire “un cessate il fuoco completo” dopo oltre un anno di guerra tra Israele e Hamas. La proposta avanzata ieri prevede lo scambio di quattro ostaggi israeliani detenuti a Gaza con prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, e sarà seguita da ulteriori negoziati entro 10 giorni, ha affermato al-Sisi in una conferenza stampa al Cairo, senza precisare se il piano sia stato presentato formalmente a Israele o ad Hamas. 

Intanto il capo del Mossad, David Barnea, è rimasto in Qatar dopo l’incontro notturno tra le parti in merito a un possibile accordo sugli ostaggi. Le parti stanno valutando un’eventuale ripresa delle trattative. Il capo dell’agenzia di intelligence israeliana e il capo della Cia hanno incontrato il primo ministro a Doha nella speranza di far progredire i negoziati. Secondo Israele e gli Stati Uniti, l’uccisione del leader di Hamas Yahya Sinwar dovrebbe aprire la strada a un accordo di pace, ponendo fine alla guerra a Gaza e consentendo il rilascio dei prigionieri rimasti. 

Il governo israeliano oggi si riunirà in un luogo segreto per motivi di sicurezza. Lo ha riferito il sito di Haaretz, sottolineando come queste riunioni si tengano solitamente presso l’ufficio del primo ministro a Gerusalemme, ma durante la guerra si sono svolte anche presso la Kirya, il quartier generale delle Forze Armate a Tel Aviv. 

L’emittente pubblica Kan ha riportato che il nuovo protocollo di sicurezza entrerà in vigore già oggi, mentre Ynet ha spiegato che gli incontri sono stati spostati a causa dei tentativi di attacchi a politici e siti governativi dal valore simbolico. Il portale di notizie Walla ha sostenuto che la decisione sia stata presa in risposta all’attacco con un drone contro la residenza privata di Benjamin Netanyahu a Cesarea. 

Continuano i raid di Israele. Secondo quanto rende noto al Jazeera, un attacco israeliano contro un gruppo di persone nel quartiere Shujayea di Gaza City ha causato la morte di almeno tre persone.  

Le Forze di difesa israeliane affermano inoltre che le truppe stanno effettuando incursioni mirate nella zona centrale di Gaza e hanno ucciso diversi combattenti di gruppi terroristici. L’esercito ha aggiunto che le truppe hanno combattuto anche contro terroristi nelle aree di Rafah e Jabaliya. “Le forze continuano i loro sforzi per evacuare i civili in aree sicure, nonostante gli sforzi di Hamas per impedire ai civili di farlo”, ha detto ancora l’Idf. 

L’esercito israeliano ha continuato a colpire le infrastrutture e a confiscare le armi appartenenti a Hezbollah nel Libano meridionale, uccidendo decine di militanti del Partito di Dio nelle ultime 24 ore. Lo rende noto l’Idf, aggiungendo che decine di attacchi aerei hanno colpito cellule terroristiche e infrastrutture, tra cui un lanciarazzi utilizzato per colpire Israele. 

Gli aerei israeliani hanno attaccato il quartiere Raml nella città di Tiro, uccidendo almeno 5 persone e ferendone altre 10, riferisce il ministero della Salute libanese, aggiungendo che il bilancio è provvisorio.  

“Un attacco nemico israeliano questa mattina contro un edificio” nel centro della città costiera “ha causato un bilancio provvisorio di cinque morti e 10 feriti”, si legge in una nota del ministero della Salute, aggiungendo che “sono in corso le operazioni per rimuovere le macerie”. 

Il comandante supremo delle Guardie rivoluzionarie iraniane ha avvertito Israele che dovrà affrontare “amare conseguenze” dopo l’attacco ai siti militari iraniani. Lo riferiscono i media iraniani, secondo i quali, il capo delle Guardie Hossein Salami, citato dall’agenzia di stampa Tasnim, afferma che Israele “non è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi” con i suoi raid aerei di sabato, definendolo un segno di “errore di calcolo e impotenza” e avvertendo che “le amare conseguenze sono inimmaginabili” per Israele. 

L’Iraq ha intanto inviato una lettera di protesta ufficiale al segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, e al Consiglio di Sicurezza nella quale condanna la violazione del suo spazio aereo da parte di Israele per attaccare l’Iran.  

Il portavoce del governo di Baghdad, Bassim al-Awadi, ha affermato in una nota che la lettera condanna “la palese violazione dello spazio aereo e della sovranità dell’Iraq da parte dell’entità sionista, che ha utilizzato lo spazio aereo iracheno per eseguire un attacco alla Repubblica islamica dell’Iran il 26 ottobre”. 

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