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domenica, Ottobre 13, 2024

Libano, Netanyahu: “Unifil lasci subito aree combattimento”. Feriti paramedici della Croce rossa

AttualitàLibano, Netanyahu: "Unifil lasci subito aree combattimento". Feriti paramedici della Croce rossa

(Adnkronos) –
Rimuovere le forze Unifil dal Libano. A chiederlo è il premier israeliano Benjamin Netanyahu al Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres: dovete provvedere al ritiro delle forze di Unifil dalla roccaforte di Hezbollah nel sud del Libano, scrivono i media israeliani dopo che cinque ‘caschi blu’ della missione sono stati feriti negli ultimi giorni, quattro dei quali dalle forze israeliane, un quinto in un incidente non ancora chiarito. 

I ‘caschi blu’ di Unifil, ha denunciato Netanyahu, si sono trasformati in “scudi umani” per le milizie di Hezbollah. Per questo, ha aggiunto, il loro ritiro deve essere ordinato “adesso, immediatamente”. Netanyahu ha ricordato che le Idf hanno già avanzato questa richiesta che è stata “costantemente respinta”, un rifiuto a suo dire, “interamente finalizzato a fornire scudi umani ai terroristi Hezbollah”. “Il suo rifiuto di ritirare le forze dell’Unifil rende i suoi militari ostaggio di Hezbollah e mette in pericolo anche la vita dei nostri soldati”. 

E mentre Israele fa sapere di aver colpito 200 obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano nelle ultime 24 ore e di aver ucciso decine di militanti, Tel Aviv ha ribadito agli Usa che Hezbollah ‘usa’ le postazioni dell’Unifil per ‘coprire’ i suoi attacchi. Le Forze di difesa israeliane hanno condotto raid aerei che hanno distrutto lanciarazzi, postazione anticarro, posti di comando e depositi di armi.  

 

Hezbollah ‘usa’ le postazioni dell’Unifil nel sud del Libano per ‘coprire’ i suoi attacchi e spara dalle vicinanze delle basi “intenzionalmente”. Sono i concetti ribaditi dal ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant nella telefonata al segretario della Difesa americano Lloyd Austin, che ha espresso “profonda preoccupazione” per i raid vicini alle postazioni della missione Onu, nei quali sono rimasti feriti cinque peacekeeper. 

Gallant, fa sapere il suo ufficio, “ha sottolineato che, pur affrontando questa significativa sfida operativa, le Idf continueranno a prendere misure per evitare danni alle truppe e alla postazioni di Unifil”. 

Il ministro della Difesa israeliano ha anche informato il capo del Pentagono sullo stato delle operazioni in Libano: i due “hanno discusso delle attività difensive in corso di fronte alle minacce poste dall’Iran e dai suoi proxy, principalmente le milizie iraniane in Yemen, Siria e Iraq”. 

 

Quattro paramedici della Croce rossa sono rimasti feriti in un doppio raid israeliano contro una casa a Srebbine, nel sud del Libano. Lo ha reso noto l’organizzazione, ricordando di aver mandato i soccorritori dopo un primo raid coordinandosi con l’Unifil. “Mentre il team stava cercando le vittime da recuperare, la casa è stata colpita una seconda volta”. I quattro paramedici sono “in buone condizioni”, fa sapere la Croce rossa, ricordando che “i volontari devono essere protetti tutto il tempo mentre cercano di salvare vite”. 

 

Hezbollah sostiene di essersi scontrato per due volte con le truppe israeliane nei pressi del villaggio di Ramiya, al confine tra il sud del Libano e Israele. Secondo il gruppo, gli scontri sarebbero durati un’ora. Nessuna conferma è arrivata dalle Idf. 

 

L’esercito israeliano ha riferito dal canto suo di 5 razzi lanciati dal Libano contro Haifa. L’allarme è suonato nella città del nord e in altre comunità vicine. Secondo le Idf, tutti e cinque i razzi sono stati intercettati dalle difese aeree e non si registrano feriti. 

 

Israele ha distrutto due moschee in Libano. L’esercito israeliano ha distrutto una moschera a Dhaira, a 200 metri dalla ‘linea blu’ che separa il Libano da Israele, con una incursione originata da Jardah, in Israele, scrive il quotidiano L’Orient-Le Jour. Poco prima era stata rasa al suolo in un raid aereo la moschea di Kfar Tebnit, a ovest di Natbaiye: sono 5 le persone sono morte in questo attacco della scorsa notte. 

 

Israele avrebbe deciso di colpire le infrastrutture militari ed energetiche iraniane, in risposta all’attacco missilistico del primo ottobre, mentre non ci sono indicazioni che tra gli obiettivi ci saranno i siti nucleari o che condurrà assassini mirati. Lo rivela l’emittente Nbc, che cita funzionari americani, secondo cui Israele non avrebbe invece ancora preso una decisione definitiva su quando agire. Le stesse fonti fanno sapere di non avere informazioni che indichino che la risposta arriverà oggi, ma, precisando che Israele non condivide con Israele la possibile tempistica, non escludono che la risposta possa arrivare anche durante la festività dello Yom Kippur, che si conclude nelle prossime ore. 

 

L’Iran respinge come “false” le rivelazioni secondo cui Hamas avrebbe cercato di coinvolgerlo nell’attacco del 7 ottobre e fosse dunque a conoscenza dell’operazione ‘Diluvio di al Aqsa’. In una nota citata dall’agenzia di stampa Irna, la rappresentanza iraniana all’Onu afferma che le notizie riportate ieri dal ‘New York Times’ “non hanno credibilità” e si basano su “documenti inventati”. 

“Mentre gli stessi funzionari di Hamas con sede a Doha hanno dichiarato che anch’essi non erano a conoscenza dell’operazione e che tutta la pianificazione, il processo decisionale e la direzione sono stati eseguiti esclusivamente dall’ala militare di Hamas con sede a Gaza, qualsiasi affermazione che tenti di collegare l’operazione all’Iran o a Hezbollah – in tutto o in parte – è priva di credibilità e proviene da documenti falsificati”, ha dichiarato la missione in una nota. 

Secondo il quotidiano americano, che cita file sequestrati dall’esercito israeliano, Hamas pianificava di attaccare Israele già dal 2022, ma rinviò l’operazione per cercare nel frattempo di ottenere il sostegno di Teheran e di Hezbollah. 

 

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