Milano, 9 ott. (askanews) – L’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv) ha pubblicato il rapporto tematico 2025 dal titolo “The Global Trade in Wine: Role and Relevance of Re-exportation Hubs”. Lo studio fornisce la prima stima complessiva delle ri-esportazioni di vino a livello mondiale e illustra il loro ruolo nell’economia vitivinicola globale.
Con il termine “ri-esportazione” si indica la quota di vino che, dopo essere stato importato in un Paese, viene poi nuovamente esportato verso altri mercati. Questi flussi, sempre più rilevanti, descrivono come il vino possa transitare attraverso hub logistici o commerciali diversi dal luogo di origine, modificando la mappa dei commerci internazionali e la distribuzione del valore lungo la filiera.
Questo fenomeno, sottolinea l’organizzazione, è oggi un elemento chiave per l’accesso ai mercati e la creazione di valore, consentendo ai vini di raggiungere nuovi consumatori attraverso centri specializzati nella logistica, nell’imbottigliamento e nella distribuzione. Analizzare questi flussi è essenziale per comprendere la geografia reale del commercio del vino, distinguendo tra i luoghi di produzione, di transito e di consumo, e per valutare come il valore si generi anche oltre la fase produttiva, grazie a servizi di stoccaggio e ridistribuzione.
Secondo i dati Oiv, il commercio internazionale di vino rappresenta oggi il 47% del consumo mondiale. Tra il 2018 e il 2023 le riesportazioni hanno costituito circa il 13% delle esportazioni globali, pari a 14 milioni di ettolitri per un valore complessivo di 4,6 miliardi di euro. Il rapporto individua diversi hub commerciali: i centri europei tradizionali come il Regno Unito, che resta una piattaforma di ridistribuzione centrale, gli snodi asiatici come Singapore, destinazione di vini di fascia alta per i mercati regionali, e nuovi attori emergenti come Canada e Angola, che favoriscono la connessione tra mercati vicini e la diversificazione delle rotte commerciali.
L’Organizzazione sottolinea che la riesportazione è ormai un elemento strutturale del commercio vinicolo globale, capace di influenzare non solo la circolazione dei prodotti, ma anche i meccanismi di creazione di valore e l’accesso ai consumatori. Comprendere questi processi è fondamentale per anticipare l’evoluzione della domanda, migliorare la trasparenza e rafforzare la resilienza del settore vitivinicolo internazionale.
L’Oiv è un’organizzazione intergovernativa scientifica e tecnica di riferimento mondiale per il settore della vite e del vino. Attualmente conta 51 Stati membri, che rappresentano il 90% della superficie vitata globale, l’88% della produzione e il 75% del consumo mondiale di vino.

