13.2 C
Napoli
venerdì, Dicembre 13, 2024

Il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico compie 30 anni

"Più di 300mila pazienti assistiti e trattati tra...

Calcio, Conte: “Le cadute servono per migliorarci”

Il Napoli atteso a Udine senza Kvara ...

Sci, Lindsey Vonn torna nel circuito a Saint Moritz il 21 dicembre

La 40enne americana rientra nel circuito dopo 6...

Nuoto, mondiali in vasca corta: oro Italia nella staffetta 4×50 sl

In staffetta Deplano, Miressi, Di Pietro, Curtis ...

Mostre, “Air, River, Sea, Soil” racconta conseguenze colonialismo

Dall'Italia e dal MondoMostre, "Air, River, Sea, Soil" racconta conseguenze colonialismo

Al “Rifugio digitale” di Firenze
Roma, 17 ott. (askanews) – Da oggi al 3 novembre 2024, Rifugio Digitale a Firenze presenta “AIR, RIVER, SEA, SOIL. A History of an Exploited Land”, un progetto speciale del Middle East Now Festival. La mostra, curata da Roi Saade, è stata sviluppata collettivamente dall’Access in the Making (AIM) Lab nel 2022.
AIM Lab è un laboratorio di ricerca anticoloniale, anti-ableista e femminista che esplora temi quali accessibilità, disabilità, ambiente e cura attraverso la sperimentazione creativa, adottando un approccio innovativo all’accessibilità nelle arti. L’evento è organizzato in collaborazione con Forma Edizioni.
“AIR, RIVER, SEA SOIL. A History of an Exploited Land” racconta come il dominio coloniale, passato e presente, gli spostamenti forzati delle popolazioni, l’espropriazione delle terre, i disordini politici, le spinte capitalistiche, le guerre e i conflitti, abbiano trasformato il Medio Oriente e il Nord Africa in un insieme di territori sorvegliati e militarizzati, che dividono le comunità, ne bloccano i movimenti e le alienano dalle loro relazioni con la terra. Mentre l’ordine mondiale capitalista e colonialista continua a estrarre vigorosamente le risorse naturali della terra per trarne profitto, le comunità locali sono costrette a vivere in condizioni di continua precarietà e abbandono. Un fenomeno raccontato attraverso il lavoro di cinque fotografi e artisti.
Partendo dal Nord Africa e in particolare dalla Tunisia nord-occidentale, Zied Ben Romdhane con Lost in Moments ci introduce alle condizioni di vita degli abitanti dei villaggi della regione di Jendouba che lottano per accedere all’acqua potabile. Da lì ci dirigiamo in Egitto a ovest di Alessandria d’Egitto, dove Mohamed Mahdy con Moon Dust documenta gli effetti dell’inquinamento atmosferico generato da una fabbrica di cemento e le sue minacciose conseguenze sulla salute degli abitanti di Wadi El Qamar (Valle della Luna). Spostandoci a est, verso la Giordania, Infertile Crescent di Nadia Bseiso indaga la terra arida e bruciata della moderna mappa giordana e gli impatti ambientali che i confini creati dall’uomo hanno avuto sull’ambiente di questa regione un tempo fertile. Da lì ci dirigiamo in Libano, dove il progetto The Epic of Dalieh di Roi Saade racconta la privatizzazione illegale della terra e del mare a Beirut, tracciando parallelismi con un’antica epopea. Infine, arriviamo in Iraq, dove Tamara Abdul Hadi con Re-imagining. Return to the Marshes offre un modo per reimmaginare e rivendicare le narrazioni delle persone e delle zone umide dell’Iraq meridionale, note come Al-Ahwar.

Articoli correlati

Check out other tags:

Articoli Popolari