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Nel Centrosinistra si litiga? Il Pd di Schlein incrocia le dita

PoliticaNel Centrosinistra si litiga? Il Pd di Schlein incrocia le dita

ROMA – Qual è la strategia del Pd di Elly Schlein?

“Strategia? Ma di che parli, non c’è nessuna strategia, nessuna discussione e nessun confronto, qui tutti incrociano le dita e dicono: speriamo bene”.

Era un po’ di tempo che non mi occupavo dei Dem. Così dopo una serie di telefonate con ‘piddini’ che ne hanno viste di ogni, alla fine quello che resta negli appunti del cronista è sconfortante.

Il Presidente Conte scaglia il M5S contro i Dem per l’apertura all’odiato Renzi che rottamò pure lui quando stava a Palazzo Chigi? Niente dalla segretaria, che parla solo coi ‘suoi’ e tramite questi fa trapelare qualcosa ai giornalisti.

Qualcosa che poi si può riassumere così: non ce ne frega niente, noi non ci infiliamo in queste beghe, parliamo dei temi che stanno a cuore agli italiani, sanità, salute, salario minimo. Tutte cose “giuste e sacrosante per carità”, dicono gli interpellati, lasciando le cose andare così, però, alla fine si rischia di allontanare anche i possibili alleati.

Ma, è la sintesi “alla segretaria Schlein di queste cose non interessa nulla, lei ha in mente una sola cosa: si va avanti così da soli e si arriverà comunque al 30 per cento”.

A quel punto tutti i ‘nani’ arriveranno, anzi, saranno costretti ad allearsi. Costretti?

“Ragiona – mi dice l’anziano (politicamente parlando) Dem- ormai è lampante che Schlein segue a ruota la premier Meloni. Quella incontra Confindustria? Lei incontra gli operai, Giorgia va dalla categoria ‘x’, e subito la Dem arriva anche lei”.

Insomma, sembra di capire che tra le leader dei partiti maggiori, di fatto, c’è un comune interesse? “Certo, polarizzare lo scontro e lasciare questa legge elettorale che premia le due forze maggiori, costringendo gli altri ad allearsi per forza se vogliono vincere”.

Ma questa è comunque una strategia…”. Qui stiamo ragionando di politica, ma la cerchia ristretta con cui si interfaccia la segretaria di queste cose non se ne interessa. Per loro è tutta una questione di comunicazione, non di rapporti politici.

E tutti quei Dem con cui parlo – aggiunge- alla fine concludono dicendo: incrociamo le dita, speriamo vada così”. Per un altro Dem abituato alle discussioni e al confronto, “quello che i nuovi arrivati sembrano non capire, ad esempio, è che ad un tipo come Conte può anche non fregare nulla di cercare di arrivare a Palazzo Chigi sacrificandosi a Schlein.

Magari gli può andar bene altri 5 anni di bella opposizione con i posti assicurati per i suoi fedeli, e così anche gli altri verdisinistri. E’ il Pd – sottolinea un altro Dem- che ogni volta rivendica sempre di essere partito di governo, pensano ai ministeri perduti non al fare opposizione”.

Come se ne esce, oltre ad incrociare le dita sperando che vada bene? “Non lo so, qualcosa comunque sta già cambiando. Prima tutti convinti che avremmo vinto le tre le regioni a man bassa, Liguria, Emilia-Romagna e Umbria al Pd, tombola. Adesso cominciamo a dire che si punta ad avere almeno una regione in più rispetto alla scontata Emilia-Romagna.

Ecco, se dovesse arrivare l’imprevisto, beh allora qualcuno comincerà a dire la sua. Anche per queste regionali in arrivo poi vien da ridere  quando si sentono esponenti Dem dire che il M5S non può imporre i suoi candidati… e tu che fai? Ne metti tre del Pd, eddai…comunque, incrociamo le dita”. 

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