La Cappella del Real Monte Manso di Scala ha ospitato la presentazione del volume “Vida y obra del VII Conde de Lemos”, scritto da Manuela Saez Gonzalez (Hercules de Ediciones). È la biografia del VII Conte di Lemos, vicerè di Napoli dal 1610 al 1616 e fondatore – con il Marchese di Villa Giovan Battista Manso – della prestigiosa Accademia Napolitana degli Oziosi, un cenacolo culturale che riuniva i maggiori esponenti della cultura spagnola e napoletana.
Il Governatore Decano della Fondazione Real Monte Manso di Scala, Don Fabrizio Cattaneo dei Principi di Sannicandro, nel suo saluto ha voluto ringraziare il Console Generale di Spagna Don Juan Antonio Martín Burgos per la presenza che ha consolidato un legame storico, artistico e intellettuale dell’istituzione con la Spagna.
Consolato sempre al fianco delle iniziative culturali promosse dal Monte Manso e che pongono al centro la forte relazione tra Napoli e la Spagna tra Manso e Lemos e vedranno presto nuove collaborazioni.
All’evento erano presenti ospiti illustri come l’Ambasciatore d’Italia a Madrid Giuseppe Buccino Grimaldi, il Duca d’Alba Carlos Fitz-James Stuart y Martínez de Irujo, Josè Manuel Cruz Valdovinos professore emerito di Storia dell’Arte all’Università Complutense di Madrid e Manuel Arias, Capo del Dipartimento di Scultura del Museo del Prado.
I relatori erano Giovanni Muto, Università degli Studi di Napoli Federico II, e Renato Ruotolo, uno dei maggiori esperti di storia dell’arte a Napoli. Sono intervenuti i musicisti dell’Ensemble Resonet Musica Antigua di Santiago de Compostela, il liutista Fernando Reyes e la soprano Mercedes Hernández che si sono esibiti in un concerto con musiche su testi di Trabaci, di Miguel Cervantes e dello stesso Conte di Lemos.
Con l’occasione il Governo della Fondazione ha voluto omaggiare la dottoressa Manuela Saez, studiosa Monfortina esperta della famiglia Lemos, con un busto in terracotta del VII Conte di Lemos realizzato dall’artista Riccardo Ruggiano.
Giovanni Muto ha invece voluto sottolineare l’importanza di Don Pedro Fernandez de Castro, durante il suo viceregno, “nella costruzione di un modo diverso di intendere il rapporto tra centro e periferia, tra la monarchia di Spagna e il viceregno napoletano”.
Per Renato Ruotolo sia per Napoli che per la Spagna gli studi della Saez “hanno gettato una luce su Lemos, uno dei vicerè che ha lasciato una impronta maggiore sulla cultura napoletana”. Fu Lemos a portare l’Università nell’attuale Museo Archeologico e fondare l’Accademia degli Oziosi, la Congregazion del Sanctissimo Sacramento de la Eucharistia de la Nacion Española in San Giacomo. E fu la contessa di Lemos a finanziare la Chiesa di San Ferdinando di Napoli. Il rapporto dei Lemos con Napoli fu tanto stretto che quando ritornarono in Galizia dettero il nome di Posillipo ad un luogo di Monforte per ricordare i luoghi e i lieti giorni che avevano vissuto a Napoli.
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