ROMA – “Trasferire coattivamente una persona attraverso un paese terzo viola la direttiva europea sui rimpatri. Inoltre ci allarma non avere più notizie degli egiziani rimpatriati, ma intendiamo rintracciarli”.
Francesco Ferri è esperto di migrazioni per ActionAid e con l’agenzia Dire commenta la notizia diffusa dalla testata Altreconomia: i giornalisti Kristina Millona e Luca Rondi riferiscono, carte alla mano, che il governo italiano avrebbe eseguito il primo rimpatrio di cittadini egiziani dal centro di trattenimento di Gjader (Albania), verso Il Cairo, senza darne comunicazione.
Actionaid è parte del Tavolo asilo e immigrazione (Tai), una rete di organizzazioni che, con vari deputati di opposizione, ha svolto diverse missioni di monitoraggio a Gjader dall’ottobre scorso.
Secondo i documenti e le informazioni ottenute dalla testata, un aeromobile noleggiato il 28 aprile dal Viminale “per l’espulsione di stranieri irregolari” sarebbe partito il 9 maggio dall’aeroporto di Fiumicino con destinazione Il Cairo. Una procedura “usuale”, ma a insospettire i cronisti il fatto che fosse prevista una “tappa intermedia” a Tirana. Inoltre, stando ancora all’inchiesta di Altreconomia, al 28 aprile non risulterebbero cittadini egiziani a Gjader, che sarebbero stati “portati appositamente nei primi giorni di maggio”. Contattato dalla Dire, il ministero dell’Interno non ha commentato.
La violazione, chiarisce Ferri, si sarebbe consumata nel trasferire le persone rinchiuse a Gjader verso l’aeroporto di Tirana, per essere imbarcate: “La strada dal centro di Gjader all’aeroporto non è territorio italiano” dichiara l’esperto. Un elemento che per le leggi internazionali, costituisce una violazione: “I migranti portati a Gjader sono sottoposti a giurisdizione italiana” argomenta Ferri, ma nel momento in cui le persone vengono trasferite, “passano attraverso il territorio albanese e va da sé che quello non può essere suolo italiano. Questo viola la direttiva Rimpatri dell’Ue”.
Per il referente di ActionAid, si svela il lato “preoccupante ma anche farsesco di questa operazione, dal momento che il nostro governo ha sempre sostenuto che il centro di trattenimento costruito a Gjader sia territorio italiano”.
Francesco Ferri, esperto di migrazioni per ActionAid, prosegue osservando che tra le altre criticità, figura anche il fatto che “la tipologia stessa di trasferimento rende impossibile alle persone migranti esercitare strumenti legali per contestare il rimpatrio a cui sono soggetti”, sebbene questo sia “un loro diritto”.
Inoltre, Francesco Ferri evidenzia che “in qualche modo, questa operazione da parte dell’Italia anticipa l’entrata in vigore di un nuovo regolamento sui rimpatri in fase discussione presso le istituzioni europee. La norma- spiega l’esperto- è stata proposta dalla Commissione europea e prevede, appunto, la costruzione di centri di trattenimento nei paesi terzi, funzionali a eseguire poi i rimpatri”.
Infine, al momento non c’è traccia degli egiziani tornati nel Paese. Sebbene l’Italia lo consideri sicuro per i rimpatri, varie organizzazioni per i diritti avvertono che non è così, a causa di denunce di decine di migliaia di prigionieri di coscienza rinchiusi nelle carceri anche senza essere mai arrivati a giusto processo. Il responsabile conclude: “Sarà fondamentale ritrovarli”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it